mercoledì 14 marzo 2018

Analfabetismo di ritorno: sconfiggerlo si può

Foto tratta dal sito: http://quisilegge.net/ranieri-sofia-scoprono-le-reader

Gentile Direttore,

in riferimento al Suo editoriale di oggi, vorrei esprimere la mia opinione su una delle possibili cause dell’analfabetismo di ritorno, così diffuso nel nostro Paese, e sui rimedi che ciascuno di noi può mettere in atto. Sono nato a fine anni Settanta ed ero, quindi, bambino negli Ottanta. Non c’erano gli smartphone, ma spopolava la TV commerciale. Per anni, ammetto di essere stato attratto più dai cartoni animati infarciti di pubblicità che dai libri. Forse posso fare un paragone approssimativo: per me bambino, la TV privata di allora era come il cellulare per molti bambini di oggi.
Conosco miei coetanei che sono, in quel contesto, ugualmente riusciti a coltivare la passione per la lettura: non voglio, quindi, né generalizzare né dare colpe improprie alla televisione. Però il modello commerciale e pubblicitario, che negli anni Ottanta era appannaggio delle TV private, si è poi progressivamente esteso anche alla RAI e, più in generale, all'editoria ed ai media (compreso Internet), comprimendo - invece di stimolare - quella curiosità che guida l’esperienza del lettore.
Tronisti, isole dei famosi, continuo mercimonio di sentimenti messi in piazza, morbosa attenzione alla cronaca nera. Non solo in TV. Le edicole vedono moltiplicarsi le riviste di gossip, tutte uguali nell'eludere scientificamente la realtà e nel vellicare la pigrizia mentale e l’assuefazione dei cosiddetti lettori. Che sono, spesso, persone mature o anziane.
La speranza viene, ancora una volta, dai bambini, se opportunamente distolti dall'eccessiva fruizione di videogiochi, smartphone, video, canali TV dedicati, ecc. Non è facile. Però gli smartphone possono anche essere utilizzati, con una qualsiasi app gratuita, per leggere e-book acquistati o presi in prestito. O per ascoltare audiolibri. E se stimolati, i bambini di oggi si incuriosiscono anche dei libri cartacei: lo dimostrano i laboratori di lettura e gioco che anche a Parma sono così diffusi e partecipati.
Nonostante la forza di un modello culturale e televisivo che tende ad assecondare il disinteresse per la lettura, rimango convinto che sia tuttora possibile – a dispetto di come va il mondo, o l’Italia – annaffiare la curiosità dei bambini in modo da attivare in loro il desiderio irrefrenabile di conoscere. Leggendo.

(Lettera al Direttore pubblicata sulla Gazzetta di Parma del 14 Marzo 2018)