martedì 1 agosto 2017

Un padre...o quello che avrebbe potuto essere e non è stato


Particolare di "Apollo e Dafne", Gian Lorenzo Bernini, Galleria Borghese, Roma 

[...] Il passato ritorna in forma più o meno consapevole nelle menti di persone che si scrutano, aspettando che una parola di qualcuno riapra i giochi e frantumi un equilibrio instabile.
I bambini più piccoli non se ne accorgono, continuano a picchiettare contro la campana di vetro che circonda gli altri personaggi. Sono loro, forse, a farli tornare al presente. Ad incoraggiarli, inconsapevolmente, a mantenere quell'equilibrio instabile. Un attimo prima che la campana si spezzi, l'intuizione di un legame doloroso si affaccia anche nella mente di Gustav. Ma è troppo tardi. “Dobbiamo andare, Henrik...”: la giovane donna quasi trascina il padre di famiglia con la scusa dei bambini. Gli sguardi si adeguano, i cuori si tranquillizzano. Un “ciao” chiude la scena. Niente è più possibile aggiungere. E niente aggiunge Gustav. Niente chiede a sua madre. [...]



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