martedì 30 gennaio 2018

Genesi di un romanzo: 4) Rimetterci mano?



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Ciao sono Alberto, l'autore di 6sei66. Vuoi conoscermi meglio? Provo a farmi qualche domanda e a darmi qualche risposta. Inizio con: 

Rimetterci mano?

(CONTINUA) ….Ripongo nel cassetto il mio romanzo per un numero di settimane, forse mesi, che non ricordo con precisione. L’idea di rimetterci pesantemente mano quasi mi disgusta. La sindrome dell’artista incompreso mi spinge, piuttosto, a considerare chiusa la mia esperienza di scrittore. In quale direzione, poi, dovrei intervenire? In quali punti della storia dovrei affondare il bisturi? Altro tempo da sacrificare ad un esito del tutto incerto!
Certo che …. tenere nel cassetto qualcosa a cui ho dedicato tanto lavoro … mi irrita non poco. Una possibile soluzione mi arriva da una rivista che dedica un articolo alle cosiddette “agenzie letterarie” che accompagnano gli scrittori esordienti a realizzare un prodotto accettabile per le case editrici. Ne individuo una fra quelle citate nella rivista ed invio una mail per chiedere informazioni. Ricevo presto una risposta e decido di sottoporre, a pagamento, la mia opera all’attenzione dei miei nuovi interlocutori. Mi arriva, qualche tempo dopo, una scheda che analizza il romanzo, con l’invito a parlarne al telefono. La telefonata è cordiale ed informale, ma individua sbocchi quasi nulli a meno di una radicale revisione, prospettata già nel report scritto. Pur avendo molti contatti nel mondo dell’editoria, mi sembra chiaro che l’agenzia non ritenga opportuno “spendersi” per il mio libro.
Si chiude, così, questo rapporto “occasionale” con una postilla: se provi a riscrivere un capitolo secondo le indicazioni del report e poi me lo inoltri, posso darti un feedback sull’opportunità di continuare in questa direzione. Così mi viene detto. Metto, quindi, le mani sul capitolo che ha come protagonista il danese Gustav a metà degli anni Ottanta.
Comprendo subito che non sarà una cosa facile. Ma ci provo. È faticoso e, all’inizio, è un lavoro che non mi entusiasma. Mi pare, tuttavia, di trovare man mano una “chiave” di modifica e nuova interpretazione del testo, che alla fine mi soddisfa abbastanza. Invio il nuovo capitolo aggiornato all’agenzia. Non riceverò mai una risposta, associando questo atteggiamento ad una sostanziale risposta negativa. “Non sei riuscito a migliorarti, lascia perdere” è come se mi fosse stato detto con la voce del silenzio.
Un’altra delusione, seguita da un altro periodo in cui sto “fermo”. Ancora una volta, non ricordo il tempo preciso di questo altro blocco. Ad un certo punto, però, riparto. Forse è lo stimolo dei concorsi letterari, a scrollarmi. In fondo un capitolo l’ho già rivoluzionato: potrei fare altrettanto con tutti i restanti capitoli. Più dialoghi, meno testi didascalici. È difficile “allungare” le scene per renderle più vive. Spesso capita che l’allungamento avvenga, ma che la scena non sia affatto più viva, anzi faccia sbadigliare dalla noia. È ancora più frustrante tagliare frasi, periodi, a volte interi paragrafi: mi pare di buttar via del cibo. Ma lo devo fare, mi convinco. Dopo un lavoro esteso e faticoso, più o meno incisivo a seconda dei personaggi, delle situazioni e delle specifiche ambientazioni, partorisco di nuovo la mia opera, che rinasce a nuova vita….

[CONTINUA] 
Partecipa, il prossimo 14 Febbraio 2018, alla presentazione del romanzo 6sei66 che avverrà presso la Libreria Voltapagina a Parma: leggi di più sull'evento


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